Questa raccolta di sedici brevi composizioni di Andrea Vezzoli nasce dalla mia richiesta al compositore di scrivere una serie di brani impiegando diverse forme e tecniche compositive della musica antica (dalla monodia gregoriana alla laude duecentesca, alle prime forme polifoniche e di danza strumentale medievale, all’Ars nova, fino al contrappunto fiammingo e rinascimentale).
Il chitarrista che studiando la storia della musica si imbatte nella descrizione di queste forme e tecniche non ha, ovviamente, pezzi originali per chitarra che possano servirgli come esemplificazioni suonabili, e per questo motivo mi è sembrato utile avere una raccolta di brani come questa che “traduca” chitarristicamente alcune forme e procedimenti compositivi così importanti nella storia della musica occidentale.
C’è quindi, nei pezzi che seguono, un indubbio valore didattico, che però si somma ad un interesse artistico “autonomo”, cosa che li rende utilizzabili anche in ambito concertistico – con un “nota bene” importante: l’Autore non si è qui limitato ad una scrittura “in stile antico”, ma ha composto dei pezzi che hanno vitalità, personalità e “suonano”, in modo più o meno evidente, come “scritti oggi”.
Non è scontato trovare in un compositore contemporaneo un interesse per la tradizione che non sia improntato al desiderio (o semplicemente all’amara constatazione) della rottura con essa; ed ancor meno è scontata, data l’intenzione di collegarsi in modo simpatetico alla tradizione, la capacità di scrivere musica che manifesti in modo artisticamente riuscito un nesso vivo con il passato. Mi pare che Andrea Vezzoli abbia in questo senso compiuto un tentativo particolarmente notevole.
(Piero Bonaguri)