Scopri qui le opere e le altre composizioni di Bellini e leggi di più sulla sua vita e la sua musica!
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini nasce, come altri noti compositori, in una famiglia di musicisti. In particolare il nonno è una figura importante nel panorama musicale della città – soprattutto per la musica sacra - e sarà da lui che riceverà la sua prima formazione. A tre anni comincia a suonare il pianoforte e a sei a scrivere musica sacra. A 18 anni si trasferità invece nella città partenopea dove avrà occasione di studiare in particolare le composizioni di Palestrina e Pergolesi e sarà insieme a Saverio Mercadante. Qui potrà ascoltare le opere di Rossini e rimarrà affascinato da “Semiramide”.
Il primo grande successo di Bellini è “Bianca e Fernando” o Gernando (1826) e, delle 10 opere che ha composto nella sua breve vita solo tre fanno ancora attivamente parte dei cartelloni teatrali: “La sonnambula” (1831), “Norma” (1831) e “I Puritani” (1835). “Il pirata” (1827) e “La straniera” (1829) sono diventate invece meno consuete seppur talvolta rappresentate. “I Puritani” è stata l’opera che ha concluso la sua carriera a Parigi.
Si trasferirà infatti a Parigi grazie all’intercessione dell’impresario Domenico Barbaja e lì incontrerà Chopin; ciò lo spingerà a scrivere musica da camera. Morirà in Francia a soli trentatré anni e verrà seppellito al cimitero parigino Père-Lachaise, dove per più di quarant’anni rimarrà accanto a Chopin e Cherubini, per poi essere riportato nella sua città natale.
Vari compositori o personaggi noti dell’epoca hanno commentato la musica di Bellini e da questo ne esce un giudizio altamente positivo da parte di quasi tutti sulla componente melodica, mentre meno per la parte armonica e di orchestrazione. Stravinskij parla di “magnifiche melodie di rarissima qualità”, Berlioz di “semplicità delle forme” e “canti felici” e dice che “Bellini sapeva essere vero e drammatico laddove tre quarti dei musicisti suoi compatrioti sarebbero stati brillanti ma falsi”. Persino Wagner ne elogiò “la chiarezza della melodia, il canto semplice, nobile e bello” e auspicando che i compositori tedeschi seguissero il suo esempio. Wagner apprezzava in particolare “Norma” e sembra che l’ambientazione siciliana della sua opera “Il divieto d’amare” derivi dall’ispirazione belliniana. A queste riflessioni si aggiunge una descrizione fisica molto dettagliata del compositore tramandataci da Heinrich Heine nelle “Notti fiorentine”, e che ci fa comprendere il soprannome datogli di “cigno”, per la sua figura elegante.
A Bellini sono dedicati un asteroide e una specie fungina e anche la cosiddetta “Pasta alla Norma” è un omaggio al compositore. Nel 1835 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di Cavaliere della Legione d’onore per “I Puritani”.
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